Gli ultimi cinque secoli

Il Cinquecento ed il Seicento sono secoli difficili per il castello: assedi, assalti e distruzioni, abbandoni e riprese. Anni turbolenti, che tuttavia, nei momenti di pace, e poi – più stabilmente a partire dalla metà del XVII secolo – vedono il castello cambiare forma e volto. Numerosi palazzi sono il risultato del rimodellamento architettonico condotto in questo momento dai vari rami familiari. Raramente si tratta di edificazioni ex novo: molto più frequentemente si ristrutturano radicalmente le maniche medievali in cui si continua ad abitare: le facciate delle caseforti in ciottoli a spina di pesce e mattoni si ampliano – talvolta articolandosi in loggiati – e si rivestono di intonaci e stucchi. Sopra i tetti si alzano ariose altane ad archi e i volumi interni vengono ridefiniti con soffitti lignei decorati, fasce affrescate, grandi camini e scaloni in pietra; anche gli spazi esterni sono coinvolti in questo processo che segna un adeguamento ai gusti più aggiornati delle aristocrazie cittadine, e si ornano di porticati e scenografici giardini.
Il castello con il Settecento diviene sempre più dimora saltuaria o stagionale per gran parte delle famiglie del consortile, i cui esponenti sembrano preferire i palazzi vercellesi, tuttavia si contano interventi decorativi ed architettonici di pregio ancora nel primo Ottocento.